
Un paio di anni fa, al Parlamento inglese uno scienziato ha chiesto ai presenti quanta pensavano fosse la percentuale di CO2 presente in atmosfera. I presenti, imbarazzati, non volevano rispondere, poi un coraggioso disse: “Il 4%”. Un secondo: “il 7%”, allora un terzo esclamò: “ma figuratevi, con i disastri che fa sarà almeno il 20%”. Invece, ora siamo arrivati a 423 ppm (parti per milione), ovvero lo 0,0423 %; una quantità apparentemente infinitesima, eppure in grado di modificare profondamente il clima. Beh, qualcuno dirà: ma l’atmosfera è enorme anche una percentuale così piccola sarà una quantità gigantesca, le nostre attività umane sono comunque irrilevanti. Non abbiamo una cifra esatta per il CO2, ma in termini approssimativi possiamo stimare una quantità pari a circa 2.200 miliardi di tonnellate e noi (anche nel 2024) ne abbiamo generata bruciando combustibili fossili oltre 41 miliardi di tonnellate (inclusa la quota di deforestazione) a cui dobbiamo aggiungere gli altri gas climalteranti (il metano della tundra e prodotto dai bovini, i composti volatili, i clorofluorocarburi ed assimilati, etc.) per un totale di oltre 50 miliardi di tonnellate. Circa metà di questa enorme quantità viene assorbita dagli oceani e dalle piante, l’altra metà rimane nell’atmosfera ed è questa metà che ne ha fatto rapidamente crescere l’entità, pensate che nel 1960 eravamo a 315 ppm, ora in poco più di 60 anni siamo arrivati a 423 ppm valore mai raggiunto nemmeno negli ultimi 5 milioni di anni.
Ma come facciamo a generare tutta questa CO2 (in Italia circa 8,5 tonn/anno pro-capite) ?
L’universo va avanti con l’energia. Le piante dal suolo e dal sole, noi la prendiamo dal cibo, come gli animali e poi abbiamo bisogno di calore per scaldarci di inverno, per cuocere il cibo, per fare la doccia, ma soprattutto le macchine, le fabbriche hanno bisogno di energia per funzionare.
Perché ogni cosa che utilizziamo ogni giorno: il cibo che mangiamo, i mezzi con cui ci spostiamo, i computer, i telefonini, la televisione, la radio, gli abiti, la musica e gli strumenti per suonarla, ogni piccola cosa ha dietro di sé un’infinità di tecnologie, sparse in lunghissime filiere produttive e logistiche. Ogni euro del nostro Prodotto Interno Lordo, della nostra ricchezza ha bisogno di energia per essere realizzato e per produrre questa energia generiamo CO2 (circa 300 gr ogni euro). Il nostro benessere, la nostra salute, il nostro divertimento, il nostro lavoro nel sistema attuale ha un prezzo: l’aumento di CO2.
Ma noi nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per ridurre questo problema o tutto dipende dagli stati, dalla politica e dalle imprese?
In verità possiamo fare molto, anche con poco sforzo possiamo ridurre velocemente le nostre emissioni del 20-30 % ed il “come fare” sarà il tema di alcune delle prossime puntate.
Franco Ferrario, Saronno per la terra

“Sostenibilità per Saronno” è la rubrica di ilSaronno dedicata a sostenibilità e cambiamenti climatici a cura dei volontari del progetto “Saronno x la terra” e nasce per raccontare e approfondire i temi (ambientali e non) della sostenibilità. Il progetto, che punta a rendere la città sostenibile entro il 2040, ha coinvolto 6000 studenti, centinaia di adulti, sette scuole superiori, dodici associazioni e l’Amministrazione comunale. Sono stati attivati tre Pcto e realizzato un questionario a cui hanno risposto oltre 2500 ragazzi. La rubrica propone aggiornamenti su clima, scelte politiche, innovazioni, buone pratiche e risponde alle domande dei cittadini. Tutti i contenuti sono basati su fonti ufficiali e certificate, per garantire informazioni affidabili e chiare su uno dei temi più rilevanti ed urgenti del nostro tempo.

